Condannati a non avere speranza?
Quando mai si incomincerà a parlare di riforme economiche, programmi di ammodernamento dell’amministrazione, riduzione seria degli sprechi e della burocrazia statale, meritocrazia e federalismo, eliminazione dei privilegi di casta, soprattutto politica come ha evidenziato Gianantonio Stella, lotta al nepotismo universitario, e politiche per l’ambiente serie e indispensabili?
Ma non ci rendiamo conto che per fare tutte queste riforme è necessario comunicarle e discuterle con il paese? Ritornare al governo senza avere in alcun modo incominciato a discutere e fatto comprendere al paese l’importanza di ciò è del tutto inutile, se non alla casta dei nostri politici.
Chi, fra noi cittadini, ha da tempo avuto la sensazione di dover scegliere esclusivamente fra un’oligarchia o un’altra di politici, non potrà che vedere confermati i propri timori se la situazione di afasia dell’opposizione continuerà a lungo.
Non si può continuare a non prendere mai posizione per accontentare tutti, non si può non prendere la palla al balzo e incominciare a parlare di riforme vere, quelle che si possono fare solo col consenso della popolazione. Cavalcare lo scontento verso l’altra parte politica non basta, anzi non serve a nulla, se non si è in grado di convogliarlo verso delle idee e dei programmi.
Incominciamo a prenderci delle responsabilità, incominciamo a fare delle scelte, o almeno a discuterne, saranno poi i vari partiti della coalizione a doversi smarcare di fronte all’opinione pubblica e giustificare le loro prese di posizione.